I due palloni
I due palloni, l’ ”Orso” e il “Leone”, dovevano partire, il primo per il polo e l’altro per l’equatore.
L’ ”Orso” era pieno di viaggiatori carichi di pellicce, sciarpe, berrettoni di pelo, scarpe imbottite, guanti, trapunte, coperte di lana, stufe, slitte, pattini, picozze per rompere il ghiaccio, sci, vasi di unguento per i geloni, ecc., ecc.
Il “Leone”, invece, che doveva andare, come abbiamo detto, all’equatore,era carico di viaggiatori vestiti di tela bianca, con elmi di sughero, parasoli, ventagli, frigoriferi, ventilatori, macchine per fabbricare il ghiaccio, sorbettiere, ecc., ecc. Quando i due palloni furono in alto, o fosse uno scherzo del vento o imperizia dei piloti,
il fatto si è che l’ “Orso”, che doveva andare al polo, andò all’equatore, e il “Leone”, che doveva andare all’equatore andò al polo!
Lascio immaginare a voi come si trovarono quei poveri viaggiatori.
Quelli del “Leone”, arrivati al polo con un semplice vestito di tela e le scarpette bianche, minacciavano di morire assiderati. Quelli dell’ “Orso”, arrivati all’equatore imbottiti e impellicciati, minacciavano, invece, di scoppiare dal caldo.
Arrivò, per fortuna, dall’ “Istituto meteorologico” la notizia che i venti avevano cambiato direzione.
Allora i due palloni si risollevarono nell’aria. Il “Leone” trovò una corrente aerea che lo spinse all’equatore, e l’ “Orso” un’altra che lo spinse al polo. Mentre le due navi aeree si incrociavano a metà strada, una tutta gelata e l’altra che sbuffava dal caldo, avvenne tra i viaggiatori delle navicelle, per il contrasto tra il freddo e il caldo, uno starnutamento generale così forte, che fece scoppiare i due palloni.